Napoli, 7 dicembre 1598 – Roma, 28 novembre 1680

La vita

Gian Lorenzo Bernini, il cui nome vero era Giovan Lorenzo, nacque a Napoli il 7 Dicembre del 1598 da padre fiorentino e madre napoletana.

Lo si può definire figlio d’arte in quanto il padre, Pietro Bernini, era un famoso scultore della sua epoca e proprio a lui si deve la prima formazione artistica di Gian Lorenzo. Questi infatti frequentò molto la bottega del padre e qui apprese l’arte grazie anche alla capacità del genitore di saper vedere fin da subito il talento del figlio.

Restò nella città natale fino all’età di 8 anni per poi spostarsi con tutta la famiglia a Roma dove il Papa, Paolo V, aveva voluto Pietro per svolgere i lavori della Cappella Paolina nella Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Qui Gian Lorenzo ebbe modo, oltre a formarsi artisticamente, anche di comprendere le dinamiche di cantiere e l’importanza dell’organizzazione del lavoro in gruppo acquisendo via via sempre più autonomia fino a divenire un artista completo. Fu così che venne notato dal Cardinale Scipione Borghese che gli commissionò le prime opere di rilievo.

L’apice della sua popolarità lo raggiunse dal 1623 con l’ascesa al soglio pontificio di Papa Urbano VIII, alias Maffeo Barberini, che lo volle in Vaticano per poter usufruire della sua maestria nel creare opere d’arte.
Probabilmente la scelta di Maffeo Barberini ricadde sul Bernini anche per le origini fiorentine comuni ad entrambi senza venir meno comunque il genio artistico dello scultore.

La morte di Papa Urbano VIII, avvenuta nel 1644, portò la fama di Gian Lorenzo a vivere un periodo cupo. Il nuovo Papa Innocenzo X infatti non ebbe lo stesso metro di valutazione del suo predecessore relativamente all’artista così che il Bernini perse l’esclusività artistica di cui aveva goduto negli ultimi anni in Vaticano.
Il momento più cupo fu a causa di uno scandalo pilotato proprio da Innocenzo X che nel 1647 ordinò l’abbattimento delle torri campanarie di San Pietro realizzate dal Bernini dieci anni prima. Alcune crepe formatesi alla base delle stesse, indussero a far valutare la situazione da un’apposita commissione che stabilì come causa un banale assestamento murario esentando automaticamente da colpa l’artista. Nonostante ciò il Papa ne ordinò l’abbattimento gettando fango e infamia sul buon nome del Bernini.
L’eclissi cessò, per non ripresentarsi mai più, con la morte di Papa Innocenzo X e la nomina del nuovo Papa Alessandro VII. Costui infatti, da buon intenditore d’arte, lo volle nuovamente come artista ufficiale in Vaticano e molte furono le opere che gli commissionò.

Nel 1664 fu richiesto dal Re Luigi XIV a Parigi per occuparsi della ristrutturazione del Palazzo del Louvre. Il Bernini partì alla volta della Francia nell’aprile del 1665 ma ad ottobre già fece ritorno in Italia. L’esperienza francese infatti non fu scevra di tensioni e critiche che portarono Gian Lorenzo a lasciare il cantiere subito dopo aver assistito alla posa della prima pietra.

Al ritorno dalla Francia lavorò ancora per il Vaticano sotto l’egida di Papa Clemente IX.
L’età ormai era avanzata. Bernini venne colpito da una paralisi al braccio destro che peggiorò la sua già precaria situazione di salute.

L’artista morì a Roma il 28 Novembre del 1680.

 

Le opere principali

San Lorenzo sulla graticola: si tratta di un’opera scultorea in marmo realizzata in epoca giovanile dal Bernini. Rappresenta un San Lorenzo morente adagiato su una specie di lettiga mentre le lingue di fuoco lo stanno per attanagliare. L’opera è conservata a Firenze nella collezione Contini Bonacossi.

Enea, Anchise e Ascanio: è la più antica delle quattro opere commissionate dal cardinale Scipione Borghese al Bernini anche se non si ha la data certa. Si tratta di un gruppo scultoreo in marmo raffigurante le tre figure di Enea, Anchise e Ascanio che fuggono da Troia. Risulta di particolare interesse in quest’opera il virtuosismo dell’artista nel rappresentare le diverse età dei protagonisti. Anche quest’opera è conservata della Galleria Borghese a Roma.

Il ratto di Prosperina: opera risalente al 1623 è stata commissionata dal cardinal Scipione Borghese per conto di Papa Urbano VIII. Si tratta di un gruppo scultoreo in marmo di Carrara in cui compaiono le figure di Plutone e Prosperina nell’atto della colluttazione in cui lui la cinge con forza. Di particolare interesse artistico è il dettaglio della pelle della coscia di Prosperina molle sotto la pressione della mano di Plutone. L’opera è conservata presso la Galleria Borghese a Roma.

Il David: commissionata dal cardinale Scipione Borghese. Si tratta di un’opera in marmo realizzata dal Bernini che volle riprendere un mito biblico già trattato da alcuni suoi predecessori come Michelangelo e Donatello. La statua assume una forma molto dinamica che permette una visione complessa e varia a seconda dell’angolazione. Molto intensa è l’espressione quasi crucciata che si può leggere sulla faccia di David. L’opera è conservata presso la Galleria Borghese.

Apollo e Dafne: altra opera commissionata dal cardinale Scipione Borghese, rappresenta l’attimo in cui Apollo, dopo una corsa estenuante, raggiunge Dafne. Anche in quest’opera è particolarmente interessante il dinamismo delle figure scolpite nel marmo. Anche quest’opera è conservata presso la Galleria Borghese.

Baldacchino di San Pietro: fu commissionata da Papa Urbano VIII, è un’opera che integra in sé aspetti scultorei e architettonici. Lo scopo dell’opera è di rappresentare il luogo del sepolcro di San Pietro. È realizzata in stile barocco ed è alta 28,5 metri. Non può sfuggire allo sguardo di chiunque entri nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

L’estasi di Santa Teresa: nota anche col nome di Transverberazione di santa Teresa d’Avila, si tratta di una scultura in marmo e bronzo di particolare impatto visivo. Venne commissionata da Papa Ignazio X che volle far decorare al Bernini la propria cappella di famiglia posta all’interno della chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma. Caratteristica fondamentale è la profondità dell’opera che vede scendere sopra al gruppo scultoreo centrale, una pioggia di raggi luminosi realizzati in bronzo dorato.

Fontana dei quattro fiumi: situata nel mazzo di Piazza Navona a Roma, rappresenta i fiumi Gange, Nilo, Danubio e Rio de la Plata metaforicamente impersonati da altrettanti personaggi seduti alla base di un obelisco posto al centro della fontana. L’opera, realizzata in marmo travertino, fu commissionata da Papa Innocenzo X.

Colonnato di San Pietro: si tratta di un’opera architettonica realizzata dal Bernini a cingere Piazza San Pietro. Il colonnato assume infatti le sembianze di due braccia nell’atto di circondare, come a rappresentare metaforicamente un simbolico l’abbraccio della Chiesa verso la comunità cattolica. Particolarmente interessante è la disposizione delle colonne il cui allineamento risultava impossibile dato l’andamento semicircolare dei bracci architettonici. L’opera fu commissionata al Bernini da Papa Alessandro VII.