Anchiano di Vinci, 15 Aprile 1452 – Amboise, 2 Maggio 1519

La semplicità è la più grande sofisticatezza.

Leonardo di Ser d’Antonio, noto come Leonardo Da Vinci, nasce il 15 Aprile del 1452 ad Anchiano di Vinci, in prossimità di Firenze. Fu figlio naturale del notaio Piero Da Vinci e Caterina, una donna con cui l’uomo aveva una relazione illegittima. Il piccolo Leonardo fu accolto ed allevato con amore nella casa paterna, dove crebbe insieme al padre Piero, il nonno Antonio Da Vinci e le quattro donne che, una dopo l’altra, prese in moglie suo padre. Leonardo ebbe 12 fratellastri, tutti molto più giovani, che con lui non ebbero mai un rapporto fraterno e anzi divennero controparti nella contesa per l’eredità dopo la morte di Piero, uomo di famiglia molto facoltosa. Fu proprio nelle campagne di Vinci che il piccolo Leonardo iniziò ad appassionarsi alla natura e ai suoi elementi: alle montagne, al verde dei prati, agli uccelli, ai fenomeni naturali che, più tardi, sarebbero entrati nelle sue opere pittoriche.

Alla morte del nonno, nel 1468, la famiglia Da Vinci si trasferì a Firenze, dove Leonardo fu avviato dal padre agli studi giuridici perché intraprendesse la carriera notarile. Ma il ragazzo si mostrava più interessato alla ben più florida realtà artistica della Firenze dell’epoca, dove proliferavano opere archiettoniche e botteghe d’arte in ogni angolo della città. L’incontenibile curiosità mostrata dal giovane Leonardo verso la pittura, la scultura e l’architettura, convinsero il padre Piero Da Vinci ad introdurlo in una della botteghe più rinomate del periodo: quella di Andrea del Verrocchio, di cui divenne apprendista. Fu presso il maestro fiorentino, di cui furono allievi nomi illustri quali Sandro Botticelli e Perugino, che Leonardo iniziò il suo intenso periodo di formazione sulle arti figurative, familiarizzando con le tecniche pittoriche e scultoree e soprattutto col disegno, e approfondendo lo studio della meccanica, dell’anatomia e dell’ingegneria. Rimase qui per circa otto anni, maturando la sua personalità artistica e soprattutto distinguendosi per le sue brillanti e straordinarie abilità pittoriche e nel disegno, coltivando, nello stesso tempo, l’architettura e le arti cosiddette “minori”: carpenteria, artigianato, oreficeria, etc.

In questi anni Leonardo Da Vinci iniziava a collaborare alle opere del maestro (tra cui “l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo”), mostrando eccezionale creatività e capacità di coniugare le sue conoscenze scientifiche con quelle artistiche; nel 1472, appena ventenne, egli faceva già parte della Compagnia di San Luca, dei pittori fiorentini. Al 1473 è datata la sua prima opera certa, “Paesaggio con fiume”, un dipinto con cui il Da Vinci iniziò ad esprimere la sua capacità di osservazione dei fenomeni naturali. Risale a questi anni anche la partecipazione al “Battesimo di Cristo” degli Uffizi, opera dipinta a più mani di cui è attribuita a Leonardo la realizzazione dell’angelo in primo piano. Qui per la prima volta compaiono lo stile sfumato e i sorrisi ambigui caratteristici dei ritratti dell’artista fiorentino, mentre si conferma la presenza degli elementi naturali. L'”Annunciazione” degli Uffizi, a lungo oggetto di dibattito e infine attribuita alla mano di Leonardo, è datata intorno al 1475, mentre la “Madonna del Garofano” si fa risalire agli anni tra il 1475 e il 1480, poiché contiene elementi che esprimono una certa maturazione pittorica dell’artista, evidente soprattutto nel gioco di luci e ombre. Negli stessi anni egli realizzò anche “Ritratto di Ginevra de’ Benci”, conservato a Washington, dove sono presenti elementi della pittura fiamminga e tecniche pittoriche innovative come la sfumatura con i polpastrelli e spicca il contrasto tra il personaggio in primo pianto e il paesaggio sullo sfondo.

Cenacolo Vinciano
Nel 1480 Leonardo Da Vinci si approcciò alla scultura, entrando a far parte dell’accademia del Giardino di S. Marco, patrocinata da Lorenzo il Magnifico, per cui Leonardo eseguì diversi lavori di scultura e restauro. Nel 1481 ricevette l’importante incarico pubblico di dipingere l'”Adorazione dei Magi” per la chiesa di San Giovanni Scopeto, oggi agli Uffizi. In questi anni l’artista toscano mostrava grande insofferenza per il piccolo ambiente fiorentino e un forte desiderio di conoscere nuove culture. Ebbe così inizio il soggiorno presso la corte del duca di Milano Ludovico Sforza dove, nonostante la tiepida accoglienza e le difficoltà riscontrate con la lingua volgare lombarda, rimase fino al 1499. Qui il Da Vinci realizzò alcune tra le sue più famose opere, tra cui l”‘Ultima Cena”, attualmente custodita nella Chiesta di Santa Maria delle Grazie di Milano e la “Vergine delle Rocce” del Louvre, opera che fu oggetto di diverse controversie per l’erogazione del pagamento e di cui, per questo motivo, probabilmente fu realizzata una seconda versione, conservata nella National Gallery di Londra. Al soggiorno milanese risale anche il progetto di un monumento equestre in bronzo a Francesco Sforza, andato poi perduto.

Gli anni trascorsi da Leonardo presso la corte di Ludovico il Moro lo videro impegnato nell’esecuzione di un gran numero di lavori commissionati dal duca, ma il pittore fiorentino non era soddisfatto del compenso ricevuto, dovendo provvedere anche al sostentamento dei suoi allievi, di un manovale e di una domestica, Caterina, secondo alcuni sua madre naturale, rimasta vedova. Il periodo milanese significò per il Da Vinci il tempo della maturazione delle sua abilità ritrattistiche e delle sue conoscenze anatomiche: i ritratti di questi anni rappresentano la più efficace e suggestiva combinazione tra fisiognomica e psicologia, tra tratti somatici e “moti dell’anima”. Le opere più importanti della fase milanese sono tuttavia rappresentate dalle decorazioni del Castello Sforzesco di Milano in occasione delle nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d’Aragona, per cui Leonardo raffigurò il paradiso, mentre i pianeti (sette, inclusa la Luna) erano rappresentati da uomini. Durante gli ultimi anni della sua vita lombarda, egli si dedicò quasi interamente alla realizzazione del noto affresco del Cenacolo della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, terminato nel 1498.

Con l’invasione delle truppe francesi e la caduta del ducato, l’artista fiorentino lasciò Milano, per rifugiarsi prima a Mantova e poi a Venezia. In condizioni economiche molto precarie, nel 1501 Leonardo fece ritorno a Firenze dopo un ventennio di assenza, e nonostante Piero Da Vinci fosse ancora in vita, non tornò nella casa paterna, ormai abitata dai fratellastri. Trovò invece ospitalità presso il fratello della matrigna Albiera, prima moglie di suo padre, morta appena ventottenne. A quel tempo Firenze era ormai una Repubblica, nuovi fermenti artistici portavano alla ribalta nuovi talenti, tra cui Michelangelo Buonarroti, con cui Leonardo non ebbe mai un buon rapporto, sia a causa della differenza di età sia per la divergenza tra i caratteri e gli ideali artistici dei due geni del Rinascimento. Nel 1503, insieme a Michelangelo, lavorò all’affresco del Salone del Consiglio Grande nel Palazzo della Signoria, dove realizzò la “Battaglia di Anghiari”. Nello stesso anno iniziò quello che sarebbe stato ed è tuttora il suo più famoso lavoro, la Monna Lisa, nota anche coma la Gioconda, custodita a Parigi nel museo del Louvre, ancora oggi avvolta nel mistero. Un ritratto universale dove l’umanità risulta come il frutto della natura, con i cui elementi si fonde senza cesura, esprimendo personalità e mistero senza affidare le emozioni alla gestualità o alla simbologia.

Nel 1504, dopo la morte del padre Piero, Leonardo intrapreSe la stesura di un trattato sul volo, a cui dedicò diversi anni di studio e che tuttavia non portò mai a termine. Trascorse gli ultimi anni presso la corte del Re Francesco I di Francia, dove si dedicò allo svolgimento di alcuni progetti idrologici, mentre nel 1519, poco prima di morire, redasse il suo testamento lasciando tutti i beni ad un giovane conosciuto all’età di 15 anni, Francesco Melzi. Nello stesso anno si spense e fu sepolto nella chiesa di San Fiorentino ad Amboise, come disposto nel suo testamento. Leonardo Da Vinci fu un uomo dal talento e dall’ingeno rarissimi, abile nella scienza quanto nel disegno, dotato di straordinaria capacità di osservazione e di trasposizione della natura e delle conoscenze scientifiche nei suoi ritratti. In continua ricerca di soluzioni innovative e nuove tecniche pittoriche, la vita artistica di Leonardo fu costellata di capolavori iniziati e mai portati a termine, di mancate gratificazioni e tormenti economici. Dopo la sua morte sarà ricordato come il più grande pittore del Rinascimento.