Milan, Ohio, 11 febbraio 1847 – West Orange, New Jersey, 18 ottobre 1931

Il tempo è l’unico vero capitale che un essere umano ha, e l’unico che non può permettersi di perdere.

Immaginare un mondo avvolto dal buio, con le sole candele atte a illuminare piccole stanze ampie e fredde. Questa visione potrebbe sfiorare i limiti dell’utopia ma è uno scenario quantomeno realistico in un mondo che senza Thomas Alva Edison.
Edison nacque in Ohio da una famiglia molto numerosa. Ebbe un problema acustico che lo rese parzialmente sordo e che rese difficile i suoi studi, che abbandonò definitivamente all’età di 10 anni.
Thomas Edison non era ancora Thomas Edison quando vendeva giornali e dolci sui treni, non era ancora Thomas Edison quando vendeva frutta e verdura né quando macellava maiali.

Il suo genio divenne tale alla stesura di un giornale la cui particolarità era la composizione e stampa su un treno. Il Times dedicò un articolo ad Edison e tutto sembrava essere finito lì.
Era solo un labile principio di un’immensa storia.
Edison è infatti famoso per la grande quantità di oggetti brevettati.
Il primo di questi fu un registratore di voto elettrico del 1868 a cui seguì il tasto telegrafico a ripetizione e il fonografo l’anno successivo.
Ovviamente in qust’ultimo caso era un approccio traballante, basti solo pensare che il fonografo di Edison sovrascriveva la traccia ascoltata comportando un inutilizzo subito dopo il primo ascolto, ma la scoperta gli valse la fama e lo spinsero ad avviare un laboratorio di ricerca a Menlo Park. In questo laboratorio numerosi impiegati studiavano tecniche e metodi per migliorare prodotti già esistenti, Edison ne raccoglieva gli esiti positivi e li brevettava.
La ricchezza dell’inventore ne rese possibile anche l’acquisto di diversi brevetti, passati alla storia come suoi.
Basti pensare alla lampadina elettrica, sulla quale molti inventori si erano prodigati in precedenza riuscendo solo a riprodurla in laboratorio.
Ebbene, Edison ne comprò il brevetto da Woodward ed Evans e chiese ai suoi collaboratori di darle una resa domestica.

L’inventore aveva il genio ma anche l’astuzia, sapeva infatti che commercializzando un simile prodotto avrebbe risposto ad un’esigenza popolare che lo avrebbe reso famosissimo, oltre che ricco.
Ma come riuscire nell’intento? Grazie al filamento, ovvero quel sottilissimo filo all’interno di una lampadina che diviene incandescente al passaggio dell’elettricità.
Si assistette alla nascita dell’illuminazione a incandescenza, capace di illuminare case, esercizi commerciali, uffici, che confluì nel brevetto della lampada a incandescenza nel 1880.
L’ingegno di Edison lo spinse a cercare l’appoggio di importanti investitori ed aprire la sua Edison Light Electric Company ma non senza sciovinare un vento di clamore. La sua invenzione divenne oggetto di attacchi legali da parte dell’Ufficio Brevetti in quanto la lampadina venne brevettata da Joseph Swan, seppur con un filamento diverso. I due formarono in seguito “Ediswan” per commercializzare la lampadina e dividere i proventi.
Le città cominciarono a illuminarsi, una dopo l’altra, grazie alla distribuzione della’energia elettrica, anch’essa brevettata da Edison nel 1880.
Ad esso seguirono la fondazione nel 1881 dell’Oriental Telephone Company, in collaborazione con Graham Bell; il primo sistema di distribuzione elettrica e la prima centrale elettrica nel 1882.
Tutto sembrava aderire perfettamente al sogno di Edison ovvero quello di inventare un prodotto capace di cambiare realmente le sorti del mondo senza rinunciare ad una cospicua remunerazione.

Ma sulla sua strada incontrò un grande ostacolo: Nikola Tesla.
Tesla lavorò per un periodo nel laboratorio di Edison, finendo con il licenziarsi e continuare per la propria strada.
Lo scienziato riuscì nella scoperta della corrente alternata, degna avversaria della corrente continua di Edison.
Cominciò quella che passò alla storia come la Guerra delle Correnti.
Edison non voleva in alcun modo rinunciare ai guadagni economici derivanti dall’utilizzo della sua corrente continua e cominciò un’agguerrita campagna disinformata contro Tesla. Sembra paradossale che un individuo contrario alla pena di morte inventasse la sedia elettrica (in realtà frutto della mente di uno dei suoi impiegati) a corrente alternata solo per plasmare le menti del pubblico sulla pericolosità di questo tipo di corrente e arrivando addirittura a usare cavie animali per comprovare la sua teoria.
La sua battaglia non ebbe esito positivo e dovette piegarsi ai molteplici aspetti positivi della corrente alternata.

Negli anni a seguire, Edison continuò a macinare idee, vagliando le scoperte dei suoi impiegati o di altri inventori, con il proposito di migliorare o perfezionare quanto già fatto precedentemente.
Coerentemente con questo pensiero brevettò la radio e il telegrafo
Il suo spirito inventore era improntato sulla praticità piuttosto che sul lato meramente teorico.
Basti pensare al fatto che costruì uno studio cinematografico, il primo mai realizzato, con il proposito di usufruire del monopolio d’uso sulla macchina da cinepresa. Proposito impedito dalla Corte d’Appello degli Stati Uniti perché l’invenzione fu in realtà di un suo ex-impiegato.
Il tema del cinema era però di suo grande interesse in quanto un tema ludico facilmente commerciabile, proprio per questo brevettò il cinetofono nel 1894 che aggiungeva la visione delle immagini all’ascolto del suo fonografo.
La sua mente brillante costellò la sua esistenza di scoperte e brevetti e, nonostante le polemiche, senza il suo forte apporto queste invenzioni non avrebbero ricevuto la fama ridondante che hanno avuto.
Thomas Edison morì nella sua casa a West Orange, nel 1931, a causa del diabete. Ancora oggi la casa conserva le sue ceneri e quelle della moglie.