Lipsia, 1 luglio 1646 – Hannover, 14 novembre 1716

Anche se tutta la nostra vita non fosse altro che un sogno e il mondo fisico un mero fantasma, io dovrei chiamare questo sogno o fantasma vero a sufficienza, se usando bene la ragione non siamo mai tratti da esso in inganno.

Gottfried Wilhelm Leibniz fu un matematico e filosofo tedesco. Oggi è considerato un genio universale, il cui pensiero trova applicazione in moltissimi campi del sapere. A lui si deve l’invenzione della prima macchina calcolatrice e numerose innovazioni in campo matematico, fra cui i primi sviluppi del calcolo infinitesimale, il concetto di integrale e di funzione di una curva. E’ considerato un precursore dell’informatica e delle neuroscienze.

Leibniz nacque a Lipsia nel 1646 in una famiglia di giuristi e professori universitari. Fin da piccolo si dimostrò estremamente intelligente, imparando il latino e il greco da autodidatta. A soli 20 anni era già laureato in diritto. Prese quindi servizio presso l’arcivescovo di Magonza, dove lavorò a una riforma del diritto romano e arrivò ad essere consigliere del tribunale d’appello. Cominciò quindi a spostarsi in Germania e in tutta Europa con diversi incarichi tecnici, politici e come bibliotecario di diversi nobili. Nel 1670 scoprì il calcolo infinitesimale e fu il primo ad utilizzare gli integrali. Alcuni simboli usati oggi nel calcolo degli integrali e dei differenziali furono introdotti proprio da Leibniz, che ebbe anche un’accesa polemica con Newton. Entrambi, a quanto pare, scoprirono indipendentemente il calcolo infinitesimale e cercarono di attribuirsi la scoperta. Nel 1673 partì per Londra, dove presentò alla Royal Society il suo prototipo di calcolatrice meccanica, in gradi di fare moltiplicazioni e divisioni. Il progetto gli valse l’ammissione alla Royal Society, anche se con le tecniche dell’epoca il dispositivo era impossibile da realizzare materialmente. Leibniz lavorò anche a una calcolatrice che oggi definiremmo digitale, basata sul sistema binario.

Leibniz ebbe grandissima importanza anche per il pensiero filosofico, soprattutto nell’ambito della metafisica. A lui si deve il concetto di monade, risolvendo il problema della filosofia cartesiana dell’interazione fra materia e pensiero. Anche in questo ambito ebbe uno scontro di opinioni con Newton, che vedeva il mondo in modo completamente materialista, come costituito da atomi che rispondevano solo a leggi scientifiche come quella della gravità, da lui introdotta. Leibniz sviluppò anche il sistema di conteggio binario, che verrà poi riscoperto nell’800 da George Boole e farà da base a tutti i moderni calcolatori digitali. In questi anni Leibniz ebbe molta influenza in tutte le corti europee fino a quella di Pietro il Grande di Russia. Svolse importanti missioni diplomatiche e fu consigliere di molti importanti personaggi politici, arrivando a tessere un’intricata trama di amicizie estesa in tutto il continente e di cui rimane oggi traccia nel suo articolatissimo epistolario, che conta circa 15.000 lettere indirizzate ad oltre 1000 diversi corrispondenti sparsi in tutta Europa. Fra il 18682 e il 1686 si occupò dei problemi tecnici relativi alle miniere dell’Oberharz, mentre dal 1685, per conto del casato dei Welfen, viaggiò per l’Europa per ricostruire la storia della nobile famiglia.

Durante le sue peregrinazioni per l’Europa Leibniz fu ricevuto anche dall’Imperatore Leopoldo I d’Asburgo, a cui sottopose numerose idee per rinnovare il sistema monetario, commerciale ed industriale dell’Impero. Nonostante il vivo interesse dell’Imperatore, i suoi consigli rimasero però lettera morta. Nel 1698 si stabilì finalmente ad Hannover, dove aveva già lavorato per il duca Giovanni Federico di Brunswick-Lüneburg in veste di bibliotecario. Nel 1700 grazie a Federico III di Brandeburgo, futuro re di Prussia, realizzò diversi progetti per la fondazione di una Accademia reale prussiana delle scienze, di cui Leibniz stesso fu il primo presidente. Nel 1704 a Dresda fondò l’omologa Accademia Sassone. In seguito fu il principale responsabile della fondazione delle accademie delle scienze di Vienna e San Pietroburgo. Lebniz, che non aveva mai posseduto un titolo nobiliare, fu probabilmente nominato barone dall’Imperatore Carlo VI alla fine del 1711, anche se la relativa documentazione non si è conservata. Invecchiando, i rapporti fra Leibniz e le potenze europee si fecero però sempre più freddi, finchè lo scienziato e filosofo morì nel 1716, ad Hannover, completamente solo. Sulla sua bara fu fatto porre dal suo segretario un ornamento con le cifre 1 e 0, in onore del sistema binario da lui sviluppato. Gottfried Wlhelm Leibniz lasciò un’immenso patrimonio di scritti, pari a circa 200.000 pagine fra testi pubblicati, corrispondenza e appunti manoscritti redatti sia in latino che in francese e tedesco. Buona parte di questi ultimi sono tutt’oggi ancora inediti.