Danzica, 22 Febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 Settembre 1860

La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell’esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l’intreccio dei fili.

Arthur Schopenhauer è ritenuto il pioniere della filosofia europea. Il suo è un personaggio scontroso, introverso e pessimista. Egli nacque a Danzica (Polonia) il 22 Febbraio 1788 da padre banchiere e madre nota scrittrice di romanzi, con cui ebbe non pochi dissensi. Durante la sua infanzia viaggiò in Francia e in Inghilterra. Dopo la morte del padre, Schopenhauer frequentò l’Università di Gottinga ed ebbe Schulze come suo maestro di filosofia che gli consigliò di studiare le dottrine di Platone e Kant. Nel 1811 a Berlino, Schopenhauer seguiva le lezioni di Fichte dove, però, rimase ripugnato. Nel 1813, Schopenhauer si laureò, in filosofia, a Jena (Germania) con una tesi “Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente”. Successivamente, Schopenhauer visse qualche anno a Dresda (Germania) dove compose “Sulla vista e sui colori”; testo in difesa delle dottrine scientifiche di Goethe, con il quale legò tantissimo durante il suo soggiorno a Weimar (Germania). Nel 1820, dopo alcuni anni passati a Dresda, fece ritorno a Berlino; si abilitò alla libera docenza presso l’università di Berlino e intraprese la carriera accademica. Qui si scontrò con un altro grande filosofo dell’800; Hegel. Nel 1818, Schopenhauer preparò e pubblicò per la stampa la sua opera principale “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Tra il 1822 e il 1825 fece, di nuovo, ritorno in Italia. Nel 1831 Schopenhauer, a causa dell’epidemia di peste che si abbatté su Berlino, dovette stabilirsi a Francoforte, sul Meno, e rimase lì fino alla sua morte avvenuta il 21 settembre 1860.

Arthur Schopenhauer ha subito fortemente l’influenza di filosofi, esperienze e movimenti culturali come.
Il suo più grande punto di riferimento fu Kant; ritenuto il filosofo più originale della storia. Da Kant, pur con delle precise differenze, riprende il concetto di fenomeno e noumeno. Il fenomeno è apparenza, sogno, illusione (Velo di Maya). Il noumeno, invece, è ciò che si nascondo dietro il fenomeno e che può essere rivelato.
Anche Platone ha avuto una grossa influenza su Schopenhauer; La “Teoria delle idee eterne” afferma come forme eterne ed immutabili siano sottratte alla fragilità dolorosa del nostro mondo. Molto famosa è la citazione “La vita umana è un pendolo che oscilla tra noia e dolore”. Da questa citazione, si può ben capire quanto l’esperienza Illuministica lo abbia influenzato; ciò che si desidera ma che non si può raggiungere crea dolore, quando invece si realizza, esso, crea noia e quindi si è costretti a desiderare altro.

Schopenhauer è attratto anche da Voltaire e, da lui, apprende lo spirito scherzoso e disinvolto verso le credenze tramandate. Pur non essendo definito un romantico, dal movimento del Romanticismo, Schopenhauer apprende il tema dell’infinito a cui si lega il tema del dolore, dell’arte e della musica. La musica fu definita dal filosofo come un linguaggio universale; l’unica arte che potesse esistere anche senza il mondo.
Spesso il pessimismo di Schopenhauer è stato paragonato a quello di Leopardi. Il filosofo, nei suoi scritti, ha spesso menzionato il poeta dichiarando di apprezzarlo. Il pessimismo del filosofo attraversa tre frasi: pessimismo sull’uomo, pessimismo cosmico e pessimismo metafisico. Nel pessimismo sull’uomo, l’uomo è destinato a provare dolore in quanto; prova dolore per un bisogno non soddisfatto e prova noia una volta che ha soddisfatto i suoi desideri.
Nel pessimismo cosmico il dolore è associato al concetto di volontà; la volontà di sopravvivenza universale.
Infine, nel pessimismo metafisico, la volontà è sofferenza perché infinita e quindi impossibile da esaudire.

Un altro tema importante nella formazione di Schopenhauer è quella della Religione. Schopenhauer fu il primo filosofo ad avere una visione atea della Religione. Il nome del filosofo è strettamente connesso con la filosofia indiana (Brahmanesimo e Buddhismo); pare, infatti, che raccontasse ai suoi ospiti le vicende del principe Siddharta Gautama. Nella sua giovinezza, Schopenhauer fece un viaggio in Oriente e rimase affascinato dalla cultura indiana incredibilmente affine al suo pensiero. La filosofia indiana fu una vera e propria consolazione per il filosofo tedesco.
Se c’è un modo per liberarsi dal dolore e dalla noia, la soluzione si trova nella volontà di vivere. Il primo passo è l’uguaglianza tra gli uomini; eliminare, quindi, ogni tipo di distinzione. Il secondo passo è l’amore; l’amore vero, buono e disinteressato. All’amore sono legate la compassione e la pietà. Infine, il terzo passo, quello decisivo è la via dell’ascesi. L’ascesi ha, a sua volta, un primo passo; la castità. L’uomo diventa libero quando si libera dai suoi impulsi.
Per quanto possa sembrare paradossale, Schopenhauer era contrario al suicidio considerato come atto di forte affermazione della volontà.