Maida Vale, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954

Possiamo vedere solo poco davanti a noi, ma possiamo vedere tante cose che bisogna fare.

Alan Turing, il cui nome completo era Alan Mathison Turing, nacque ai primi del secolo scorso a Londra e precisamente il 23 giugno del 1912. La Storia lo ricorda come uno dei padri di quella che è l’informatica moderna e il primo matematico in assoluto ad interessarsi in modo approfondito alla tematica dell’intelligenza artificiale ed anzi, secondo alcuni è stato il pioniere in questo campo. Per capire l’importanza che ha rivestito e riveste per il mondo dell’informatica basti pensare al fatto che a lui sono legati espressioni come Macchina di Turing e Test di Turing.

La carriera scolastica di Alan Turing si sviluppò inizialmente nella scuola pubblica e non fu particolarmente soddisfacente, anche se già in quel periodo si ebbero chiare avvisaglie della sua mente brillante, visto che si mostrava particolarmente attratto dagli scritti di Einstein sulla relatività e dalla meccanica quantistica, all’epoca scienza agli albori. Inoltre Turing dimostrò grande dimestichezza con gli scacchi, altro segnale di una intelligenza non comune. A 19 anni vinse una Borsa di Studio e per lui si aprirono le porte del King’s College dell’ateneo di Cambridge: qui ebbe modo di concentrarsi sullo studio della meccanica quantistica, della logica e della teoria della probabilità. Nel 1934 arrivò la laurea e due anni dopo scelse un altro importante ateneo come Princeton per cominciare il percorso che l’avrebbe portato ad ottenere il Dottorato di Ricerca in logica, algebra e teoria dei numeri. L’anno dopo fu un anno a dir poco fondamentale per la sua parabola professionale, perchè venne pubblicato uno degli articoli per cui è passato alla Storia, ovvero “On Computable Numbers, with an application to the Entscheidungsproblem”: in questo articolo mise nero su bianco il concetto e l’intuizione di algortimo e andò a descrivere quella che poi verrà chiamata Macchina di Turing.

Sul finire degli anni ’30 e precisamente nel 1939, decise di tornare a Cambridge e nel corso del Secondo Conflitto Mondiale venne inserito in un team di crittografi che il Governo Inglese aveva creato con lo scopo di riuscire ad interpretare i codici militari tedeschi. Grazie alle sue doti e alla grande conoscenza accumulata nel campo della statistica e delle macchine di calcolo (a quell’epoca elettromagnetiche), Turing risultò decisivo per arrivare a decifrare in modo completo il codice segreto Enigma. A guerra ormai finita, nel 1945, il Governo Inglese decise di assegnargli il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico in considerazione del suo fondamentale apporto. Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale Turing si dedicò all’insegnamento e alla messa a punto di uno dei primi esemplari di calcolatori elettronici: svolse queste due attività nell’ateneo di Manchester.
Nel contempo diresse i propri interessi di natura scientifica a diverse tematiche, spaziando dalla ricorsività, alla chimica e cominciando anche ad approfondire le questioni legate alle relazioni intercorrenti tra macchine di calcolo e intelligenza umana.

E proprio dedicato all’intelligenza artificiale è uno dei suoi articoli più famosi, ovvero “Computing machinery and intelligence”. Questo articolo apparve nel 1950 sull’importante rivista Mind ed oggi è giustamente considerato, da un punto di vista concettuale, uno dei pilastri fondanti delle ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale. Il tema di fondo di tale scritto è la descrizione di quello che oggi è da tutti conosciuto come il Test di Turing. L’anno successivo a questo importante articolo arrivò per lui la nomina a membro della Royal Society di Londra.

Ma questa gioia durò poco, perchè nel 1952 per lui scattarono le manette con l’accusa di aver violato le leggi sulla omosessualità, la quale nell’Inghilterra del tempo era considerata alla stregua di una devianza. Turing venne processato e condannato ad una vera e propria somministrazione forzata di ormoni: tale operazione finì con il renderlo impotente.

In seguito alla condanna Turing si vide anche escludere dal team che il Governo inglese aveva creato per decriptare alcuni codici militari sovietici e subì quella che fu una vera e propria persecuzione da parte delle autorità inglesi, le quali ne limitarono la libertà in ogni sua accezione, arrivando anche a mettere in dubbio la bontà di quanto fatto da Turing nel corso della sua parabola professionale. Questa situazione e i problemi fisici sorti con la somministrazione forzata di ormoni furono la causa di una depressione che alla fine lo condusse alla scelta più estrema, quella del suicidio. E Turing decise che l’ultimo atto della sua vita sarebbe stato un chiaro messaggio di ribellione alla società in cui viveva: infatti si tolse la vita mangiando una mela avvelenata con il cianuro. Fu in questo modo che nell’estate del 1954 e precisamente il 7 giugno, una delle menti più brillanti del ventesimo secolo, padre dell’intelligenza artificiale e pioniere senza cui oggi non avremmo i personal computer, si tolse la vita.

Dovettero passare più di quarant’anni perchè il Governo inglese, nella persona del Premier Gordon Brown, si scusasse ufficialmente per quanto fatto patire a Turing: questa importante riabilitazione postuma è avvenuta nel settembre del 2009 e fu possibile grazie ad una petizione online che venne sottoscritta da centinaia di migliaia di persone in tutta la Gran Bretagna.

La sua vita è ripercorsa nel film biografico “The Imitation Game” del 2015.