Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873
La vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego, del quale ognuno renderà conto.
La nascita e gli anni della giovinezza
Alessandro Manzoni è nato a Milano il 7 Marzo del 1785: sua madre è Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, celebre illuminista. Alessandro è il frutto di una relazione extra coniugale della madre con Giovanni Verri, esponente illuminista. Pietro Manzoni, il marito di Giulia, lo riconosce comunque come suo figlio.
Il 13 Ottobre del 1791, ad appena sei anni, Alessandro inizia il suo percorso di studi presso il collegio dei Somaschi, a Merate, dove rimane fino al 1796: anni in cui studia, gioca cresce e si forma, seguito la severa guida dei padri Somaschi.
Nel frattempo il matrimonio tra Giulia e Pietro Manzoni non riesce a funzionare al punto che i genitori di Alessandro nel 1792 si separano legalmente: all’interno della coppia sono presenti diverse incomprensioni e divergenze in quanto la donna ha un carattere vivace, diverso dal marito, più conservatore.
La mamma di Alessandro si trasferisce prima in Inghilterra e poi a Parigi con il compagno, Carlo Imbonati; poco prima della sua partenza accompagna Alessandro dal nonno per salutarlo.
Questo momento è l’unico incontro di Alessandro con Cesare Beccaria: non correvano buoni rapporti con la figlia ed erano anni che i due non si vedevano.
Nel 1796, per concludere gli studi liceali, è ammesso al Collegio dei Nobili, retto dai padri Barnabiti: prima a Merate, poi a Milano.
Gli anni dello studio nei due collegi sono ricordati da Alessandro come esperienze traumatiche per i disagi materiali e psicologici vissuti: non sopportava bene la rigidità educativa impartita sia dai padri Somaschi che dai Barnabiti, troppo retrogradi e moralisti. In quegli anni, comunque, inizia a stendere le sue prime opere, “Del trionfo della libertà” e l’”Autoritratto”.
Le influenze letterarie
Alessandro termina gli studi liceali ed esce dal collegio nel 1801: inizia per lui un periodo dove conserva la sua residenza a Milano, a casa del padre, e mantiene ottimi rapporti di amicizia con “Giovan Battista Pagani, Ignazio Calderari e Luigi Arese”; prova anche i suoi primi battiti di cuore, innamorandosi della sorella di un amico, Luigina Visconti, alla quale dedica l’ode “Qual su le Cinzie cime”.
Il periodo milanese è anche quello dove frequenta diversi intellettuali e scrittori dai quali trae ispirazione per la sua futura produzione letteraria: influiranno maggiormente Vincenzo Monti e Ugo Foscolo. In seguito, nel mese di Ottobre del 1803, si trasferisce a Venezia, ormai austriaca, dove vive per un breve periodo: il padre quasi lo aveva costretto ad allontanarsi da Milano che, secondo lui, era diventata “dissoluta e democratica”.
A Venezia ha una forte simpatia per “Isabella Teotochi Albrizzi” che voleva quasi sposare: lei lo rifiuta perché lo ritiene troppo giovane. Alla morte del cugino Alessandro decide di ritornare a Milano, dove riprende la frequentazione amichevole di “Vincenzo Cuoco” con il quale si trova in armonia per la comune formazione intellettuale, chiaramente illuministica e fortemente razionalistica; insieme si dedicano alla ricerca storica, approfondendo la conoscenza delle opere di “Giambattista Vico”. Nel frattempo scrive i “Sermoni”.
Parigi e il fascino della cultura illuminista
Nella primavera del 1805 Alessandro si trasferisce a Parigi, con il permesso e con l’aiuto economico del padre, dove dopo tanti anni incontra la madre: nasce con lei immediatamente un rapporto profondo, non solo amorevole e affettuoso, quanto intenso dal punto di vista intellettuale e culturale, avendo entrambi la medesima ideologia libertina.
L’arrivo di Alessandro a Parigi coincide con la morte del compagno della madre, Carlo Imbonati, il quale lascia il suo importante patrimonio a Giulia, di cui era profondamente innamorato. Alessandro ha una forte stima per la figura di Carlo Imbonati al punto di comporre e pubblicare un carme, “In morte di Carlo Imbonati” dove fantastica su un immaginario sogno in cui l’uomo appare alla sua visione, intento a impartirgli consigli e insegnamenti in merito alle sue attività letterarie.
La mamma lo inserisce nel gruppo intellettuale degli “idéologues” con cui inizia la critica verso la Rivoluzione, i suoi presupposti e i suoi esiti.
Con gli ideologisti Alessandro inizia a porre attenzione sui contrasti tra la società e la natura, concentrandosi su come la tradizione e la storia ne influenzano i rapporti. Il punto di riferimento intellettuale a Parigi per Alessandro è “Claude Fauriel” con cui stabilisce una profonda amicizia.
In quegli anni inizia la sua conversione religiosa, ma anche intellettuale. Il Manzoni confida alla mamma l’amore provato per Luigina Visconti e insieme, nel Febbraio del 1807, ritornano in Italia con la speranza di poterla sposare: invece la donna aveva già contratto matrimonio e non era più libera. Un mese dopo muore il padre di Alessandro lasciandogli tutti i suoi averi.
Il matrimonio con l'”angelica creatura”
In quel periodo incontra a Milano un'”angelica creatura”, Enrichetta Blondel, di cui s’innamora. La sposa l’anno dopo con il rito calvinista, religione di lei, il “6 febbraio 1808”.
Negli anni seguenti la coppia vive alcuni periodi tra Milano e Parigi, mentre Alessandro, in seguito a un episodio avvenuto nella chiesa di San Rocco dove si rifugia in preghiera in quanto scappava da un attacco di agorafobia, inizia la sua conversione al cattolicesimo. In effetti il Manzoni non fa mai cenno né dell’episodio né della conversione, fatto sta che la moglie decide di abiurare il calvinismo e si converte alla religione cattolica: nel mese di Febbraio 1810 i due si sposano secondo il rito della Santa Romana Chiesa.
La famiglia Manzoni ha dieci figli che vengono tutti battezzati. Intanto, nel 1812, inizia la scrittura del ciclo degli “Inni sacri”. Nel 1813, in seguito all’eredità di Enrichetta, i Manzoni comprano la “casa di via del Morone” mentre si iniziano a stampare i “primi quattro Inni sacri”. Prima di ritrasferirsi di nuovo a Parigi, nel settembre del 1891, Manzoni pubblica a Milano le “Osservazioni sulla morale cattolica”. Questo periodo parigino è per Alessandro un momento in cui si dedica alle “Lettre allo Chauvet”.
Nel 1920 la famiglia Manzoni ritorna a Milano dove si stabilisce definitivamente. Vive con la coppia e i figli anche la mamma di Alessandro che ha ottimi rapporti con la nuora, anche se di caratteri diversi. Entrambe le donne raccontano che in quel periodo lo scrittore soffre di forti crisi depressive.
Produzioni letterarie eterne
Alessandro Manzoni, stabilita ormai la residenza con la famiglia definitamente a Milano nel 1810, inizia il suo nuovo periodo poetico e artistico, ricco di opere. La fase poetica vede nascere liriche eterne, d’ispirazione prevalentemente religiosa come “Gli inni sacri”, o prettamente con influenze civiche, come “5 Maggio”, oppure tendenti al dramma con le tragedie “Adelchi” e il “Conte di Carmagnola“.
A questo punto Manzoni manifesta la sua massima capacità creativa iniziando a scrivere il suo capolavoro “I Promessi Sposi“. La stesura di questa opera conduce Manzoni a Firenze, dove nel 1827 si trasferisce con la famiglia per alcuni mesi, con l’intento di “sciacquare i panni in Arno” come lui stesso ama dire. Il termine è tutt’ora in auge per far riferimento all’esigenza dello scrittore di migliorare la sua scrittura adattandola il più possibile alla lingua fiorentina, da lui considerata la lingua italiana per eccellenza, usata da Dante, “padre della lingua italiana”.
Dispiaceri per lutti
Alessandro Manzoni ha nella sua vita diversi turbamenti dovuti ai dolorosi e gravi lutti che iniziano con la morte della sua cara e amata moglie Enrichetta, nel 1833. I suoi dispiaceri continuano con la morte della madre, di sei dei suoi figli e di tanti amici a cui era legato.
La morte di Alessandro Manzoni
Superato il momento di forte dolore dopo la morte della moglie, nel 1837 Manzoni si risposa con la vedova “Teresa Borri”. Il 17 Marzo del 1861 assiste “all’Unità d’Italia” e partecipa alla proclamazione del “Regno d’Italia” a Torino, dopo essere stato nominato Senatore del regno dal re Vittorio Emanuele II, dietro la proposta di “Camillo Cavour”.
Nello stesso anno muore la sua seconda moglie. La morte per il grande scrittore, quasi alla soglia dei novanta anni, arriva il 22 maggio del 1873, a causa di una caduta che gli procura un trauma cranico: stava uscendo dalla “chiesa San Fedele di Milano”.
Il grande compositore italiano “Giuseppe Verdi” ha composto per lui, a un anno della sua morte, una “Messa di requiem”. Le sue spoglie riposano nel “cimitero monumentale di Milano”.