Non è passato molto tempo da quando si è festeggiato l’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello. Figura assolutamente eccezionale nel panorama della cultura italiana che ha saputo tracciare un solco importante tra l’intera produzione letteraria precedente e tutta quella successiva.
Oltre al riconoscimento mondiale testimoniato dal nobel per la letteratura conseguito nel 1934, Pirandello ha saputo tratteggiare con grande maestria quei sentimenti e quelle tematiche che già in Europa cominciavano a essere considerate come tipiche dell’uomo moderno come l’alienazione dell’individuo, il dramma dell’eterno mutamento della realtà, la pluralità dell’io e il drammatico ruolo di una società aliena all’uomo e persino a se stessa.
Come si può ben vedere, tutte tematiche che risultano più che mai moderne e ci spingono ancora oggi a tuffarci nell’enorme produzione pirandelliana e scoprirne ogni volta dei lati inesplorati tuttora validi. Vediamo ora i 5 suoi capolavori più significativi.
Il fu Mattia Pascal
Forse l’opera più nota di Pirandello, sicuramente una delle più significative per poter apprendere le tematiche della sua letteratura. Il protagonista, un uomo comune, un modesto bibliotecario di scarse ambizioni e prospettive, dopo l’ennesimo litigio con la moglie fugge via a casualmente, giocando alla roulette, riesce a vincere una grande somma.
E’ qui che la storia prende uno sviluppo inaspettato. Mattia Pascal tornando a casa scopre che è stato dato erroneamente per morto, notizia che gli apre davanti la possibilità di iniziare una nuova vita con una nuova identità.
Così diventa Adriano Meis, le cose sembrano andare bene inizialmente, si innamora ricambiato di una donna con cui è pronto a convolare a nozze, ma essendo privo di documentazione anagrafica è come se non esistesse e la vita quotidiana nella sua interezza gli è negata. Finge nuovamente un suicidio, torna definitivamente a casa, ma ormai è troppo tardi: la moglie si è risposata ed ha una figlia.
A Mattia non resta altro da fare che tornare al suo vecchio lavoro e, di tanto in tanto, portare dei fiori sulla sua tomba fittizia, lì dove pronuncerà la famosa battuta: “Io sono il fu Mattia Pascal”. Vi si trovano qui tutti i temi fondamenti di Pirandello a partire dall’inettitudine dell’uomo comune e la sua incapacità di rivalsa nei confronti della società per terminare con l’illusorietà del ritorno.
Sei personaggi in cerca d’autore
Sicuramente il capolavoro teatrale di Pirandello. La trama, sebbene paradossale, è forse uno dei migliori esempi tramite cui far luce sul pensiero pirandelliano. Una compagnia teatrale sta svolgendo delle prove per la rappresentazione di una commedia, tutto procede bene finché ecco salire sul palco sei personaggi. Sostengono di essere delle creazioni dell’autore che successivamente, però, ha deciso di fare a meno di loro. Esigono di far parte dello spettacolo, richiesta che, seppur con qualche intoppo, viene concessa.
Lo strano spettacolo così prende forma, ma la tragedia è dietro l’angolo. La storia, così particolare sin dagli inizi, pone inevitabilmente l’attenzione su una riflessione che fa l’autore sul rapporto tra committente e destinatario che finisce ulteriormente per divenire una sorta di metateatro in cui le barriere spaziali e temporali risultano violate. La comunicazione impossibile condanna a una solitudine senza possibilità di riscatto.
Uno, nessuno e centomila
Altra pietra miliare della produzione letteraria di Pirandello, una delle più autentiche e genuine. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, anche grazie all’eredità paterna, vive una vita priva di preoccupazioni, finché un giorno l’amata moglie non gli fa notare un piccolo difetto fisico a cui non aveva mai prestato attenzione finora: una lieve pendenza del naso verso destra.
La rivelazione, solo apparentemente insignificante, finisce per aprire delle profonde crepe nell’integrità interiore di Vitangelo che diventerà ossessionato nel cercare di capire chi sia in realtà e come gli altri lo vedono e lo porterà infine alla pazzia. E’ una delle opere pirandelliane più mature. Disgregazione dell’identità personale, alienazione e l’eterno fluire delle cose sono i temi principali.
L’umorismo
A differenza di quelli trattati sinora, questo non è un romanzo ma un saggio. Un saggio che va a trattare un altro dei capisaldi del pensiero di Pirandello: quello dell’umorismo. Inizialmente abbiamo una trattazione sulle differenti concezioni riguardo l’umorismo nei tempi e nelle varie culture, sino a giungere alla definizione precisa e puntuale su cosa sia veramente: “Sentimento del contrario”.
L’umorismo, però, non è fine a se stesso, è un’arma che l’uomo può impugnare per reagire dinanzi ai paradossi che gli pone la vita, a quel senso quotidiano di estraniazione e a uno scollamento tra il mondo ideale e quelle reale.
Novelle per un anno
Una raccolta di 256 novelle, una sorta di zibaldone in cui ritrovare tutte quelle tematiche che verranno poi magistralmente esplicate nei romanzi più famosi. Può essere considerato come un buon punto di partenza per cominciare a entrare in familiarità con il pensiero pirandelliano, prima di passare alle opere più famose in cui la maturità artistica ha raggiunto ormai vette di altissimo valore.
Una lettura solo apparentemente poco impegnativa, anzi da effettuare con grande attenzione per poter rintracciare la genesi del pensiero dell’autore e, al contempo, riflettere su quei moti dell’anima che riguardano ogni uomo.