Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 Gennaio 1948

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.

Mohandas Karamchard Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar città dell’India, in una famiglia benestante appartenente ad una delle sette indù, più antiche dell’India, che veneravano con parsimonia la divinità maschile Vishnù. Gandhi ha segnato la storia mondiale, ed è noto per la sua teoria della non violenza, infatti ne è considerato padre. Nel 1882, alla veneranda età di 13 anni, Gandhi sposa Kastürba Gandhi, matrimonio, combinato dalla sua famiglia come da tradizione indù, che genera la nascita di quattro figli maschi, dopo la spiacevole perdita del figlio primogenito. Dopo anni di studi presso le università di Londra e Ahmradabad, il giovane Mohandas si è laureato diventando un avvocato.

Negli anni successivi intraprende la nuova professione, ma solamente nel 1893 viene designato come consulente legale per un’azienda indiana che aveva sede in Sud Africa. Questo nuovo lavoro lo porterà nella nuova nazione per un lunghissimo tempo, periodo entro il quale nota che le minoranze etniche della sua terra subiscono continuamente dei soprusi e, ritenute una razza minore e di poca importanza, sono ogni giorno costretti a far i conti con la dura realtà che li porta a ricevere delle discriminazioni dalle forze dell’ordine inglesi. E’ proprio questa la causa scatenante che porta il Mahatma, ovvero il Grande Anima, a schierarsi dalla parte dei più deboli e ad iniziare una lotta contro le cariche politiche del tempo. Questa nuova forma di ribellione ha inizio nel 1906 quando Gandhi decide di manifestare con la Satyagraha, ovvero una resistenza passiva che si basa sulla non violenza e alla collaborazione di più individui riuscendo così a resistere agli attacchi in maniera pacifica.

Le pressioni di Gandhi così sono state attuate e il governo africano si è impegnato affinché i compatrioti indiani, del nuovo messaggero di pace, hanno ricevuto gli stessi diritti, sia civili che religiosi, degli altri cittadini. Ma la tutela dei propri simili porta Gandhi a ritornare al suo paese di origine, dove i britannici esercitavano il loro potere sul popolo, innescando così delle ribellioni violente che non riuscivano a far valere i diritti degli indiani. In un paese povero i cittadini vivono prevalentemente di agricoltura, ed è proprio questa la causa scatenante che provocò molti scontri in India: il dominio britannico impose una nuova legge sull’agricoltura dove ai cittadini, che non riuscivano a garantire un quantitativo di raccolto annuale, gli venivano confiscate le terre di loro proprietà.

gandhiCosì nel 1915 Gandhi, notando tutte queste ingiustizie e volendo liberare l’Idia dai britannici, diventa il leader del Partito del Congresso. Le mosse azzardate del Mahatma però non sono considerate un bene per la società, infatti nel 1919, dopo aver attuato la sua protesta non violenta tramite il sabotaggio dei beni che provenivano dall’Inghilterra e non pagando le tasse, viene arrestato. Il periodo di prigionia però dura pochi mesi, settimane proficue che hanno permesso a Gandhi di pensare alle soluzioni e ad altri atteggiamenti ostili e pacifici. Questa nuova lotta, attuata dopo la sua scarcerazione, riconduce la Grande Anima ad essere imprigionato nuovamente dopo pochi giorni di libertà. Ma le lotte e il star fermo all’interno di quattro mura non hanno fermato Gandhi che nel 1930 ricomincia la sua lotta non violenta. Inizia così la terza grande resistenza che ancora una volta si batte contro le ingiustizie che pesano sul popolo indiano.

Questa volta l’atto di ribellione è rivolto alle tasse assurde., come quella del sale, e al non comprare più quel che veniva importato in India da altri paesi esteri. Le proteste però non vengono viste benevolmente dalle colonie britanniche, infatti vi è l’arresto di oltre 50000 persone unite contro la lotta, tra cui Gandhi e sua moglie. Gli arresti del Mahatma però si susseguono durante gli anni, perché l’India, non riuscendo a conquistare l’indipendenza, è sempre soggetta alle leggi britanniche, che portano Gandhi ad esser arrestato nuovamente durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa del suo non appoggio e alla sua protesta contro le forze britanniche. Le proteste pacifiche del Mahatma, però consistono nella preghiera, nell’ostacolare determinati commerci e nel rifiuto di nutrimento. Ma è solamente quando l’India riesce ad ottenere la propria indipendenza il 15 agosto 1947, che Gandhi inizia ad avere dei timori sulla sorte del proprio paese di origine.

Le lotte tra India e Pakistan infatti portano la Grande Anima a farsi spazio tra gli innumerevoli scontri violenti della guerra civile, ma sarà proprio la sua voglia di cambiare il mondo pacificamente che indusse un ribelle indù ad ucciderlo il 30 gennaio del 1948. Questa grande figura pacifica ha lottato per migliorare la storia del mondo ed è stato di grande ispirazione per personaggi noti come Martin Luther King, Aung San Suu Kyi e Nelson Mandela.