Stratford-upon-Avon, 23 Aprile 1564 – Stratford-upon-Avon, 23 Aprile 1616

Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore.

William Shakespeare era un noto poeta inglese, nato e morto nella cittadina di Stratford-upon-Avon, un grosso centro dell’Inghilterra centrale, ubicato a circa centoventi chilometri da Londra. Shakespeare, che è vissuto esattamente 52 anni, essendo nato il 23 Aprile del 1564 e morto lo stesso giorno del 1616, è considerato uno dei maggiori poeti inglesi, e forse uno dei maggiori esponenti della letteratura europea e mondiale.

Il “cigno dell’Avon”, come nel presente è conosciuto il famoso poeta, proveniva da una famiglia nobilitatasi grazie al matrimonio del padre: il genitore di umili origini riuscì infatti, dopo il trasferimento nel grosso borgo, a sposare la figlia minore di Robert Arden, Mary. La moglie, che era la terzogenita del ricco e famoso agricoltore, molto conosciuto nel paese, contribuì a dare agiatezza economica al marito e lo accolse nella casa del genitore, ubicata a Henley Street, che di fatto divenne la casa natale di William. Grazie al matrimonio, il padre John riuscì ad arricchirsi nonostante l’umile mestiere di conciatore praticato, per diventare anch’egli una delle personalità politiche più rappresentative di Stratford-upon-Avon.

I primi anni di vita di William furono per questo motivo agiati, agiatezza che però alla fine del 1580 scomparve, stante i problemi economici del padre, incapace di gestire il grosso patrimonio ereditato alla morte del suocero. Nell’adolescenza, il futuro poeta frequenta una scuola pubblica abbastanza dura. In quegli anni si forma il carattere di William, carattere che forse fu influenzato dalle frequenti punizioni corporali che venivano impartite all’interno del sistema scolastico inglese. Terminate le scuole, e senza avere voglia di frequentare le università inglesi, il giovane iniziò la carriera del padre e, a 18 anni, si sposò con una donna: Anne Hathaway, di otto anni più anziana, donna che lo accompagnò fedelmente fino alla morte. Immediatamente la coppia ebbe la prima figlia, Susannah, e qualche anno dopo due gemelli Hamnet e Judith. Dopo la nascita dei due gemelli William scompare da tutti i documenti ufficiali, sono gli anni dal 1585 al 1592, sette anni che di fatto i biografi chiamano “gli anni perduti”.

Nel 1592 Shakespeare riappare e sono molti i biografi ufficiali che fanno risalire ai “lost years” la scrittura dei suoi primi successi teatrali. Sono gli anni in cui Londra e i suoi teatri conoscono l’Enrico VI°, la prima vera grande opera dell’immenso poeta. Gli anni successivi videro i teatri della capitale inglese chiusi per una grave epidemia di peste. Sfruttando tale circostanza William iniziò a comporre alcuni sonetti, tra questi si segnalano Venere e Adone e Il Ratto di Lucrezia. Quando la peste fu debellata nel 1954, William insieme ad alcuni suoi colleghi fondò una compagnia teatrale chiamata “I servi del Lord Ciambellano” ed ebbe immediatamente un grosso successo. Grazie a questo gli Shakespeare ebbero il diritto di fregiarsi del titolo di Gentleman. Il motto scelto dal padre John (che nel frattempo era quasi arrivato alla bancarotta economica) fu “Non senza diritto”.

Nel 1956 si registra la morte dell’unico figlio maschio di Shakespeare, Hamnet. Alcuni sottolineano l’assonanza del nome al protagonista principale dell’Amleto, opera composta dopo la morte del giovinetto, tra il 1600 e il 1602. Nel frattempo la compagnia teatrale, di quello che ormai era diventato un poeta importante in tutta la nazione, divenne così famosa da meritarsi finanche l’adozione da parte del nuovo monarca Giacomo I° e anche le ricchezze di William aumentarono a dismisura. Nel 1611 egli ritornò nel paese natale, osannato da tutta la nazione e in agiatezza economica. Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati agli affetti familiari. Morì il 23 aprile del 1616 nel letto della sua grande casa, non prima però di aver fatto testamento. Leggenda narra che la sua morte sopraggiunse forse a causa della grande dose di alcool che era avvezzo bere, anche lontano dai frequenti pasti che egli consumava.

Poeta eclettico, Shakespeare lasciò ai posteri un imponente produzione artistica tra cui spiccano oltre 150 sonetti, quasi 40 opere teatrali e svariati poemi. La sua vena artistica è denotata dalla grande ecletticità di scrittura, cosa che facilitava la composizione di opere in antitesi fra loro. La sua grande passione per gli scritti fu comunque racchiusa in una decina d’anni nei quali scrisse le sue opere più famose, come l’Enrico VI°, Romeo e Giulietta, Amleto, La Bisbetica Domata, il “Macbeth, che hanno fatto la storia della letteratura inglese. La sua visione moderna, che si denotava nei suoi tanti scritti, che per l’epoca erano anticipatori di vizi e virtù, ha fatto sì che molte delle sue opere vivessero in eterno, cosa sottolineata dal fatto che nel panorama internazionale sono ben pochi i poeti che continuano, nel presente, ad essere rappresentati nei teatri di tutto il mondo.