Baltimora, Stati Uniti, 21 dicembre 1940 – Hollywood, Stati Uniti, 4 dicembre 1993

Ogni cosa nella mia vita è musica, perché ogni cosa nella vita è spettacolo. Ora che sto parlando con te sto facendo uno spettacolo per te. Quando uno ascolta un mio disco, sto facendo uno spettacolo per lui, a casa sua.

Frank Zappa è stato uno degli artisti più geniali ed eclettici della seconda metà del XX secolo. Nato a Baltimora nel 1940 da padre siciliano e madre di origini napoletane-siciliane-francesi, trascorse l’infanzia in un ambiente famigliare nel quale la lingua italiana era usata quanto quella inglese.

Il padre era un chimico-matematico che lavorava per il Ministero della Difesa. Si ritiene che il suo lavoro abbia esposto il piccolo Frank a sostanze chimiche nocive, che gli causarono molti problemi alle vie respiratorie. Problemi che i medici dell’epoca trattarono con pillole di radio (sostanza radioattiva, come dice il nome) inserite nelle cavità nasali. Anche se non esistono prove che la precoce morte di Zappa all’età di cinquantadue anni sia in qualche modo collegata a questi eventi, è comunque lecito sospettarlo. Dal canto suo, Zappa attribuì molti dei problemi di salute che lo accompagnarono lungo la vita all’esposizione a gas chimici provenienti da un’industria bellica situata poco lontano dalla sua abitazione d’infanzia.

Già da adolescente Zappa manifestò interessi musicali ampi, sia per la musica colta contemporanea (Stravinskij e Varèse) sia per il jazz e il rhythm-and blues. A dodici anni, con un tamburo militare cominciò a studiare i princìpi della percussione orchestrale, e i suoi interessi musicali si ampliarono a dismisura quando ebbe a disposizione un giradischi con il quale poté iniziare l’esplorazione dei generi più diversi.

Verso i vent’anni si mise a studiare da solo chitarra e percussioni, raggiungendo subito un tale livello tecnico-musicale da essere ingaggiato dall’orchestra del suo liceo per scrivere e dirigere pezzi di musica d’avanguardia.
Finito le scuole superiori, Zappa cercò di guadagnarsi da vivere come musicista professionista, ma dovette presto scoprire che come turnista di studio guadagnava molto di più che non esibendosi con la sua band, The Blackouts – decisamente schierata contro il razzismo ancora imperante negli Stati Uniti.

Riceveva sì qualche piccolo incarico, ma come session man si ritrovò anche invischiato in indagini riguardanti casi di audiopornografia, e decise infine di riprovare a suonare in una band, i Soul Giants; presto convinse gli altri musicisti del gruppo ad abbandonare le cover e a usare materiale da lui composto. La band fu ribattezzata The Mothers.
Fu quando il produttore Herb Cohen (già artefice del successo di artisti come Pete Seeger e Linda Ronstadt) cominciò a occuparsi dei Mothers che le cose cominciarono prendere un’ottima piega. Il gruppo cambiò ancora nome, diventando The Mothers of Invention e produsse nel 1966 un primo album, ‘Freak Out!’ che oltre a essere doppio, una rarità, presentava una musica rivoluzionaria, un mix di rock e sperimentazione accademica. Seguì un secondo album e da lì un crescendo di notorietà per Zappa, che già nella seconda metà degli anni Sessanta si esibiva in un tour europeo, seguito da un secondo tour nel 1971 culminato con concerti alla Royal Festival Hall e all’Olympia di Parigi.
In Svizzera nel 1971, a seguito di un incendio sul palco, Zappa cadde riportando gravi fratture e danni permanenti alla laringe. La sua voce ne risentì e i dolori alla schiena lo accompagnarono per il resto della vita. L’incidente è stato descritto dai Deep Purple nella loro canzone più nota, ‘Smoke On The Water’.

Zappa non si è mai considerato un musicista rock, forse per via del suo rifiuto di ogni genere di droga – un ingrediente estetico fondamentale del rock -, e ha sempre privilegiato il legame col jazz. Negli anni Settanta ha prodotto un gran numero di dischi, tra cui un singolo molto commerciale, ‘Valley Girl’, cantato con sua figlia Moon Unit, che gli ha permesso di finanziare alcuni dei suoi progetti più sperimentali e meno remunerativi.

Per tutti gli anni Ottanta Zappa ha esplorato ogni possibilità creativa, dirigendo video musicali, cortometraggi e performance teatrali. Già nel 1970 aveva iniziato a collaborare con grandi direttori d’orchestra come Zubin Mehta, e dieci anni più tardi la sua produzione faceva ormai parte della cultura musicale colta. Nel 1984 il compositore e direttore d’orchestra Pierre Boulez pubblicò un disco con composizioni da lui commissionate a Zappa ed eseguite dall’Ensemble InterContemporain. In queste composizioni Zappa aveva fatto largo uso del Synclavier, uno dei primi strumenti musicali digitali, che riteneva potesse aprire alla musica nuovi infiniti orizzonti.

Nel 1990 a Zappa fu diagnosticato un cancro inoperabile alla prostata. Negli ultimi anni fu attivo come compositore e musicista nei limiti concessigli dalla malattia. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche ricevette venti minuti di applausi.

Frank Zappa è morto il 4 dicembre 1993. La sua tomba non riporta alcuna iscrizione.