Louisville, 17 Gennaio 1942 – Scottsdale, 3 Giugno 2016

Un uomo che osserva il mondo a cinquanta anni allo stesso modo in cui l’ha fatto a venti, ha sprecato trenta anni della sua vita.

Muhammad Ali è nato nel 1942 il 17 gennaio nella città di Louisville, in Kentucky.
E’ unanimemente considerato il più forte pugile di tutti i tempi, tanto da essere considerato una leggenda vivente di questo sport.
Il suo nome è stato cambiato da quello di Cassius Marcellus Clay Jr, lo stesso di suo padre, a seguito della sua conversione alla religione islamica avvenuta dopo la vincita di un’importante incontro nel 1964.
La vita di Muhammad Ali è stata anche dedicata alla causa razziale negli Stati Uniti e lo stesso pugile ha sempre sostenuto il valore della pace tra i popoli. Molte delle frasi del Muhammad Ali-pensiero sono rimaste nella storia ed è stato sempre evidente che le sue convinzioni erano ferme a tal punto da portarlo anche a dover rinunciare alla possibilità di combattere, a seguito della sua opposizione alla partenza per la guerra in Vietnam. Affermò infatti che non aveva nulla contro quel popolo e che i vietcong non lo avevano mai chiamato “negro”. Una frase che mostra in tutta la sua evidenza quanto fosse in rotta di collisione con i poteri forti che, a suo dire, alimentavano l’odio razziale.
La famiglia d’origine di Muhammad Ali era composta da un fratello più giovane, suo padre, che era un pittore metodista, ma non si oppose all’educazione che la loro madre, Odessa Lee Grady, una cameriera afro americana, volle per i suoi figli secondo il credo battista.
La passione per la boxe nacque in Muhammad Ali a seguito di un evento curioso e probabilmente per la sua voglia di riscatto rispetto alla gente di colore.
Gli fu rubata la bicicletta quando aveva appena 12 anni e promise a chi lo aveva, fatto che lo avrebbe punito. Fu Joe E. Martin, un poliziotto, a convincerlo ad imparare a combattere per difendersi. L’intuizione fu geniale, perché venne fuori il talento innato dello sportivo che cominciò ad allenarsi in palestra. Negli anni seguenti partecipa a diversi incontri con un crescendo incredibile di vittorie e successi, fino a vincere il suo primo trofeo importante nel 1959: il Golden Gloves.

Muhammed Ali - Olimpiadi di Roma 1960

Muhammed Ali – Olimpiadi di Roma 1960

Fu il 1960 però a segnare il suo primo successo di risonanza mondiale alle Olimpiadi del 1960 tenutesi a Roma. Gli fu assegnata una medaglia d’oro per la categoria dei pesi medio massimi.
La sua carriera da qui in poi continuò da professionista e la sua prima vittoria dopo le Olimpiadi con un KO avvenne contro Lamar Clark, sempre nel 1960. Battè anche Doug Jones.
Nel 1964 avviene uno dei più importanti incontri della sua carriera contro uno dei pugili più forti del tempo, Sonny Liston, che Muhammad Ali voleva sfidare. L’incontro si concluse alla 7° ripresa, quando lo stesso Liston abbandona l’incontro, durante il quale Muhammad Ali aveva dimostrato velocità nei colpi, gioco di gambe e astuzia. Tre delle caratteristiche che lo avrebbero accompagnato e distinto durante tutto il corso della sua sfolgorante carriera. Una tecnica unica e inconfondibile che lo ha portato a essere più volte campione del mondo.

muhammad_aliMuhammad Ali, oltre ad essere un vero fenomeno sul ring, dimostra con il tempo e con la diffusione del suo pensiero di essere un raffinato filantropo, di avere un carisma estremamente incisivo e di essere cosi convincente, da far ricredere anche chi lo considerava un semplice spaccone, un esaltato dello sport e un presuntuoso.
I suoi discorsi sulla questione razziale hanno segnato un’epoca e il suo scagliarsi con argomentazioni profonde contro il potere assoluto e il razzismo, hanno cambiato molte cose che fino ad allora aveva costretto la gente di colore alla segregazione e allo scherno.
All’indomani di questo incontro, quando ancora si parlava di Cassius Clay, il pugile annunciò nella conferenza stampa fatta in occasione della vittoria che la sua fede era diventata quella islamica e che da quel giorno poi avrebbe conosciuto l’autentica verità. Era il 25 febbraio del 1964, aveva 22 anni e tutta la carriera davanti, quando divenne Muhammad Ali, a seguito dell’investitura della comunità islamica americana.
Un secondo leggendario incontro, valido per la rivincita lo vede nuovamente combattere contro Liston l’anno seguente. L’incontro è breve perché al primo round, dopo che Muhammad Ali colpisce l’avversario non è più in grado di rialzarsi. Il colpo passa alla storia come “pugno invisibile”, perché non sembrava così forte, ma è stato talmente veloce da mandarlo al tappeto. Vinse il titolo mondiale per ben 8 volte, dal 1964 al 1969 e dal 1974 al 1978 consecutivamente.
Il rifiuto a partire per il Vietnam provoca il ritiro da parte degli Stati Uniti della concessione a combattere che interrompe di fatto la sua carriera. Torna sul ring solo nel 1971 e tra i tanti incontri spicca quello con Frazer che, approfittando della sua assenza, era divenuto campione. E’ questo un incontro che Muhammad Ali perde per disputare la rivincita 3 anni dopo nello Zaire dove vince. La terza vittoria contro il pugile avviene l’anno dopo a Manila, a seguito del suo ritiro dal ring.
Dal 1976 il pugile più forte del mondo comincia a registrare le prime sconfitte fino a quando decide di ritirarsi nel 1981, solo 3 anni prima di scoprire che è affetto dal Morbo di Parkinson.
Continua comunque il suo impegno sociale e il suo attivismo a favore dei diritti dei più deboli e della “sua” gente di colore come amava definirla. Nel 1996 accende la fiamma delle Olimpiadi di Atlanta. Nel 2005 il presidente degli Stati Uniti G.W. Bush gli conferisce la Medaglia presidenziale della Libertà, che è il più alto encomio civile che si possa avere.
La sua più recente apparizione è quella del 2012 alle Olimpiadi di Londra, dove si è visto molto provato dalla malattia. Le notizie più recenti lo vogliono in condizioni compromesse, alle quali si aggiunge anche la perdita della parola.
Muhammad Ali ha avuto 4 mogli e 9 figli (7 donne, una delle quali ha seguito le sue orme divenendo una campionessa di boxe, e 2 uomini).

Muore il 3 Giugno 2016 a 74 anni per shock settico.