Oscar Wilde è stato uno degli autori cardine del Decadentismo in Europa e i suoi lavori continuano ad affascinare i lettori ancora oggi. Le opere a lui attribuite sono 25, ma i 5 titoli che vi proponiamo sono i migliori da leggere per avere una visione completa dello stile di questo eccentrico dandy.
Il Ritratto di Dorian Gray
Questo romanzo è indubbiamente lo scritto più conosciuto e letto dell’autore, con una storia e dei personaggi talmente avvincenti da aver prodotto anche innumerevoli adattamenti cinematografici.
La storia narra di Dorian Gray, un gentiluomo dell’Inghilterra vittoriana che, in contrasto con la morale del tempo, si dedica a pratiche futili per appagare la propria superficialità.
Bello e affascinante, il giovane si fa ritrarre per poter avere sempre sott’occhio il suo gradevole aspetto, ma presto il quadro si dimostra un terribile specchio sulla vera natura di Gray, rivelandone la bruttezza interiore. Dopo aver compiuto diverse malefatte il protagonista dovrà scendere a patti con il suo vero Io, con conseguenze disastrose.
Il Fantasma di Canterville
Il talento letterario di Wilde lo ha portato a comporre anche storie dal gusto tenebroso e questo romanzo può essere assimilabile a questo genere, ma con un pizzico di comicità.
Le vicende narrate, infatti, vedono la famiglia Otis alle prese con un maldestro fantasma che, disturbato dalla loro presenza in quello che era una volta il suo castello, tenta in tutti i modi di scacciarli. Tuttavia, gli Otis non si fanno scoraggiare e, da perfetti inglesi, affrontano la situazione con flemma e anche con un po’ di malizia, giocando mille scherzi allo spirito.
La sola che sembra voler comunicare con lui è Virginia, l’unica figlia: grazie a lei il fantasma di Canterville potrà trovare il modo di poter finalmente riposare in pace. Nonostante il titolo, quest’opera è un breve racconto fantasioso e divertente, che nasconde però una morale profonda, evocando con precisione l’arguzia e l’umorismo dell’autore.
Il Principe Felice e altri racconti
Wilde non scrisse solo romanzi e racconti brevi, ma si dedicò anche a stilare alcune favole per i suoi figli.
Queste sono caratterizzate da vicende poetiche e romantiche, presentando alcune volte anche risvolti toccanti. Il Principe Felice, per esempio, narra la storia d’amore fra una statua di bronzo e una rondinella che ha trovato rifugio ai suoi piedi.
I due iniziano un dialogo dove il primo chiede alla seconda di privarlo degli elementi che lo adornano per farne dono ai poveri della città. La rondine, nonostante debba migrare in Africa per evitare la stagione fredda, tarda ogni volta per aiutare il suo innamorato e alla fine soccombe al gelo, pur se con la certezza di aver migliorato la vita a molte persone.
Al Principe si spezza il cuore e presto decade, venendo poi fuso dalla città per utilizzare il suo metallo in altri modi. La rondine, invece, viene portata da un angelo in Paradiso in seguito alla bontà che ha dimostrato.
L’importanza di chiamarsi Ernesto
Ironico e irriverente, lo scrittore irlandese era popolare già ai suoi tempi per le sue commedie, che riprendevano in poche scene innumerevoli equivoci e incomprensioni originati da una presa in giro della morale vittoriana. L’importanza di chiamarsi Ernesto gioca molto su questi elementi già a partire dal nome del protagonista, che nell’inglese Ernest assomiglia molto a honest, onesto.
Si tratta di una farsa dove l’onestà viene per la maggior parte del tempo lasciata da parte dallo stesso Ernesto e da suo cugino Agenore, in modo da conquistare i rispettivi interessi amorosi.
Oltre a questo sono presenti anche gli immancabili equivoci legati ai soldi e al benessere economico così importante per gli inglesi del XIX secolo: un modo per Wilde per mettere in ridicolo i benpensanti della società a lui contemporanea in un componimento leggero ma allo stesso tempo intelligente e attuale.
De Profundis
La vita di Oscar Wilde non fu caratterizzata solo da successi editoriali e favore di pubblico, ma venne anche segnata da un’esperienza tragica: l’incarcerazione al carcere di Reading a seguito della sua omosessualità (ai tempi considerata reato).
Il De Profundis è stato composto proprio durante questo periodo ed è una lunga lettera che il poeta scrive al suo amante Alfred Douglas, reo di averlo fatto rinchiudere tramite la denuncia di suo padre, Sir Douglas. Il Wilde che scrive in quest’opera mantiene l’arguzia che lo ha sempre caratterizzato, aggiungendole però una certa amarezza e dedicando molto spazio al dolore, un’emozione che, come lo stesso autore afferma, Wilde aveva fatto di tutto per evitare.
Lo scritto si sviluppa come un misto fra consigli e rimproveri ad Alfred Douglas e un’autobiografia dello stesso Wilde, che in vari momenti rimpiange l’aver intrapreso una relazione con l’ex amante che in diverse occasioni si è rivelato come una persona gretta e profittatrice.
La lettura di questo componimento è l’ideale per scoprire il Wilde più intimo e senza filtri, anche se quest’opera, pubblicata postuma, ha subito alcune modifiche e omissioni da parte di Robert Ross, incaricato dallo stesso scrittore di distribuire il De Profundis.