Ivrea, 11 Aprile 1901 – Aigle Svizzera, 27 Febbraio 1960
La bellezza, insieme all’amore, la verità e la giustizia, rappresenta un’autentica promozione spirituale. Gli uomini, le ideologie, gli stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici, non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà.
Adriano Olivetti: la vita e l’eredità di un grande imprenditore italiano
Adriano Olivetti (Ivrea, 11 aprile 1901 – Svizzera, 27 febbraio 1960) è stato un imprenditore, editore, intellettuale e politico italiano. Figlio di Camillo Olivetti, fondatore della Ing. C. Olivetti & C., e di Luisa Revel, crebbe in una famiglia di industriali. Anche il fratello Massimo diventerà un imprenditore di successo. Considerato uno dei più grandi innovatori del Novecento, Olivetti è ricordato per aver unito industria, cultura e impegno sociale, rivoluzionando il modo di intendere l’impresa.
Gli inizi e la carriera nell’azienda di famiglia
Dopo la laurea in chimica industriale, Adriano iniziò a lavorare come operaio alla Olivetti, dichiarando poi che un manager deve prima comprendere il lavoro dei suoi dipendenti. Nel 1908 il padre Camillo aveva fondato a Ivrea la prima industria italiana di macchine da scrivere. Durante un viaggio negli Stati Uniti, Adriano studiò le realtà industriali più avanzate, riportando in Italia idee innovative che modernizzarono profondamente l’azienda. Nel 1932 divenne direttore generale e nel 1938 presidente della Olivetti.
Innovazioni sociali e culturali
Olivetti introdusse importanti riforme: ridusse l’orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali senza riduzione di salario, migliorò le condizioni dei dipendenti con case popolari, mense e asili aziendali e avviò nel 1937 una zona residenziale per i lavoratori. Fondò la rivista Tecnica e Organizzazione, dedicata all’economia industriale. Nel 1956 divenne membro onorario dell’American Institute of Planners e vicepresidente della International Federation for Housing and Town Planning. Nel 1958 assunse la presidenza dell’UNRRA-Casas. I suoi progetti furono premiati con il Compasso d’Oro e il Gran Premio di Architettura.
L’opposizione al fascismo e la Seconda Guerra Mondiale
Olivetti si oppose al regime fascista. Secondo alcune fonti, guidò l’auto che aiutò l’espatrio di Filippo Turati, insieme a Sandro Pertini, Carlo Rosselli e Ferruccio Parri. Durante la Seconda Guerra Mondiale si rifugiò in Svizzera, dove scrisse L’ordine politico delle comunità, testo che ispirò la fondazione del Movimento Comunità nel 1947.
Il ruolo di editore e il Movimento Comunità
Nel 1946 fondò una casa editrice insieme ad altri intellettuali, promuovendo autori italiani poco noti all’estero e portando avanti battaglie culturali, sociali e politiche. Nel 1955 creò l’IRUR (Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese), con l’obiettivo di ridurre la disoccupazione attraverso lo sviluppo agricolo e industriale. L’anno successivo, il Movimento Comunità si candidò alle elezioni e Olivetti venne eletto sindaco.
La morte improvvisa e l’eredità
Il 27 febbraio 1960, nel pieno della sua carriera, Adriano Olivetti morì improvvisamente per un’emorragia cerebrale durante un viaggio in treno da Milano a Losanna. Era diretto in Svizzera per negoziare prestiti destinati a rilanciare l’azienda di famiglia. La sua scomparsa segnò la fine di un’epoca, ma la sua visione di impresa etica e sociale rimane un modello ancora oggi.