Luigi Pirandello ha avuto un’esistenza davvero insolita, tutta da raccontare. È stato poeta, scrittore e drammaturgo e ha attraversato la cultura italiana a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Ecco tutto ciò che bisogna sapere a riguardo.

La famiglia di Luigi Pirandello

Prima di conoscere i tratti fondamentali della vita di Luigi Pirandello, è necessario conoscere la famiglia nella quale è cresciuto. Il futuro artista è nato il 28 giugno del 1867 nella cittadina siciliana di Girgenti, che 60 anni dopo avrebbe cambiato il proprio nome in Agrigento. È figlio di Stefano Pirandello e Caterina Ricci Gramitto, nel pieno di un’epidemia di colera che stava dilaniando l’intera Sicilia.

Il papà Stefano decise di trasferire la sua famiglia in una tenuta di campagna per evitare qualsiasi problema di salute, nell’attuale Porto Empedocle. Stefano era reduce dalle imprese di Giuseppe Garibaldi e si era sposato con Caterina nel 1863.

Molto importanti erano anche le figure di Giovanni Battista Ricci Gramitto, il nonno materno che aveva preso parte alla rivoluzione siciliana del 1848-49, e di Andrea Pirandello, bisnonno paterno che aveva lavorato come armatore nei pressi di Genova.

L’infanzia e l’adolescenza

I primi anni della vita di Luigi Pirandello furono caratterizzati dalla serenità, ma con rapporti complicati con i suoi genitori. Fu così che iniziò ad analizzare i comportamenti della gente per interagire a dovere con la stessa.

Al tempo stesso, soffriva di insonnia ed era un fervente cattolico, in seguito alla presenza di una domestica religiosa e, al tempo stesso, altamente superstiziosa. Tuttavia, si allontanò dalla fede perché scoprì un prete che aveva truccato un’estrazione per fargli vincere un’immagine sacra e scappò via definitivamente dalla Chiesa.

Ottenne l’istruzione elementare in maniera privata, prima di iscriversi alla scuola tecnica di Girgenti e dirigersi verso un’educazione di matrice classica. La sua famiglia se ne andò a Palermo a causa di una crisi economica e lui si innamorò della letteratura, con la prima opera realizzata all’età di 11 anni, Barbaro. Quindi, aiutò suo padre nel commercio dello zolfo e conobbe la situazione degli operai nelle miniere.

Il matrimonio e la crisi finanziaria

Quindi, Luigi Pirandello studiò presso le università di Palermo e Roma nella facoltà di filologia romanza. Fu costretto ad andarsene a Bonn, in Germania, a causa di divergenze di pensiero con il rettore dell’ateneo romano.

Qui conobbe numerosi maestri della disciplina come Hermann Usener e Franz Bucheler, per poi laurearsi nel 1891 con una tesi sul dialetto di Agrigento Foni. Si innamorò perdutamente della tedesca Jenny Schulz-Lander in occasione di una festa in maschera e andò a vivere con lei, per poi tornare a vivere a Roma e mantenersi grazie agli assegni mensili di suo padre. Entrò in contatto con Luigi Capuana, che lo indirizzò verso la letteratura.

Nel 1894, tornato ad Agrigento, sposò Maria Antonietta Portulano in un matrimonio concordato, ma i due si innamorarono davvero. Dalla relazione, Luigi e Maria Antonietta ebbero tre figli: Stefano, Rosalia Caterina e Fausto Calogero. Tuttavia, la situazione peggiorò a causa di una grave crisi finanziaria, dovuta ad una frana nella miniera di zolfo di Aragona posseduta dal padre. La moglie di Pirandello fu in preda a forti disagi mentali e lui fu costretto ad andarsene via di casa a più riprese, poi la fece in una clinica psichiatrica. Luigi iniziò ad occuparsi solo di letteratura e collaborò come giornalista insieme al Corriere della Sera, avendo perso la stabilità economica di un tempo.

I successi letterari

Col passare degli anni, Luigi Pirandello affinò la sua tecnica. La massima espressione della sua bravura fu Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904 e tradotto in più lingue. Il pubblico apprezzò subito l’opera, mentre la critica impiegò più tempo a rendersi conto dell’innovazione del suo romanzo.

Quindi, Luigi si concentrò sul teatro e collaborò con Angelo Musco, anche se il loro rapporto non fu al massimo. Pirandello stava diventando famoso in tutto il mondo, anche se la Grande Guerra si rivelò catastrofica per la sua famiglia. Il figlio Stefano fu fatto prigioniero dagli austriaci e non si riprese più, né fisicamente né psicologicamente. Come se non bastasse, la moglie aveva problemi psichiatrici sempre più gravi.

Luigi si concentrò sul lavoro e giro per il mondo insieme alla sua Compagnia del Teatro dell’Arte di Roma, diventando un drammaturgo di fama mondiale. Le sue opere venivano spesso rappresentate al cinema e lui conobbe gente del calibro di Greta Garbo e Albert Einstein. Vinse anche il Premio Nobel.

L’impegno politico

Alla sua attività letteraria, Luigi Pirandello affiancava una certa visione politica. Lui ammirava il patriottismo garibaldino della sua famiglia e la considerava come un autentico risorgimento per tutta Italia. Nel corso della sua vita, iniziò ad accostarsi al fascismo e al socialismo. Nel 1923, aderì al Partito Nazionale Fascista e fu attaccato da numerosi intellettuali, che lo accusarono di essersi snaturato per diventare senatore del Regno d’Italia. Nonostante non avesse mai rinnegato una simile iscrizione, nei decenni successivi la scelta gli avrebbe creato numerosi problemi.

La morte di Luigi Pirandello

Nel mese di novembre del 1936, Luigi Pirandello si ammalò di polmonite mentre prese parte ad un film tratto da Il fu Mattia Pascal. All’età di 69 anni, l’artista era ormai stanco e provato da due attacchi cardiaci e la malattia lo condusse rapidamente alla morte. Pirandello scomparve il 10 dicembre del 1936, senza portare a termine lo spettacolo teatrale I giganti della montagna.