San Paolo, 21 Marzo 1960 – Imola, 1 Maggio 1994


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Ayrton Senna: il mito della Formula 1

Ayrton Senna da Silva è stato probabilmente il più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi.
Brasiliano, nato nel 1960 a San Paolo, apparteneva a una famiglia benestante.
Il cognome “Senna”, con cui universalmente è conosciuto, era quello della madre Neide, di origini italiane (napoletane),
alla quale era visceralmente legato.

Evitò di usare il cognome del padre “Da Silva” in quanto troppo comune in Brasile.
La sua carriera con i motori iniziò molto presto, a soli 13 anni con i kart.
Corse a Interlagos dapprima con un Parilla 100 cm³ e, dopo soli 3 anni, aveva già vinto per due volte il campionato di categoria sudamericano.

Fu suo padre Milton che lo introdusse nel mondo dei motori, già a partire da 4 anni e, accortosi del suo innato talento,
gli affiancò subito un preparatore tecnico.

La passione e la meticolosità

Di lui tutti ricordano la grande passione non solo per il suo lavoro, ma anche per la cura nella preparazione dell’auto prima di ogni gara.
Era lui stesso che, dopo aver provato le varie vetture con tutte le case automobilistiche con cui ha lavorato,
suggeriva importanti modifiche meccaniche e di uso pratico, in modo da portare ogni vettura ai massimi livelli di resa in pista.

Qualsiasi fosse la scuderia, è sempre stato scrupolosissimo nella messa a punto della sua vettura,
che poi puntualmente dava risultati assai soddisfacenti.

Solo dopo la morte si è saputo delle sue numerose opere di beneficenza, della sua profonda fede in Dio e sul fatto che,
in qualche modo, temeva il suo ultimo Gran Premio.

Dalle categorie minori alla Formula 1

Passò dalle vittorie della Formula Ford 1600 alla Formula Ford 2000 tra il 1981 e il 1983.
Corse anche in Formula 3 nel campionato inglese e il suo esordio in Formula 1 fu con la Toleman.

L’ingresso in Formula 1 era necessario per pareggiare le sue capacità di pilota,
che non potevano rimanere relegate in categorie cadette.

Fu molto vicino nello stesso anno all’entrata nella Brabham di Bernie Ecclestone,
ma il suo ingaggio non fu possibile per il veto messo dallo sponsor Parmalat, che voleva invece un pilota italiano.

Fu un grande sbaglio per Ecclestone, perché Senna dimostrò fin dal suo primo Gran Premio nel suo Brasile un talento travolgente.

Nel Gran Premio di Monaco 1984 dimostrò la sua indiscussa bravura sui percorsi bagnati,
dove più volte avrebbe vinto durante la sua carriera contro tutte le probabilità.
Anche se la gara venne interrotta per la pioggia torrenziale, fu la prima occasione in cui si palesò la storica rivalità con Alain Prost.

Il successo con Lotus e McLaren

Nel 1985 passò alla Lotus, dove cominciò a collezionare vittorie a partire dal Gran Premio del Portogallo.
Fu un campionato con 7 pole position, nonostante i problemi della monoposto 97T sul consumo di carburante.

Con la Lotus rimase fino al 1988, quando passò alla McLaren, una delle scuderie più forti,
con motore Honda, casa automobilistica con la quale Senna instaurò sempre un ottimo rapporto.

Con la McLaren rimase fino al 1993, l’anno prima della sua morte nell’incidente alla curva del Tamburello.

Nella squadra ritrovò il rivale di sempre Alain Prost, soprannominato “Il Professore”, con il quale ebbe scontri diretti e memorabili.

L’accoppiata dei due piloti fu da subito stellare: vinsero 16 Gran Premi su 15.
Fu l’anno dei record per Senna: 8 vittorie, 13 pole position e il titolo mondiale conquistato a Suzuka con una gara d’anticipo.

Proprio in Giappone si svolse una delle gare più emozionanti della sua carriera, dove recuperò 28 giri di svantaggio proprio su Prost.

In questo campionato avvenne il primo degli scontri in pista tra Senna e Prost, che lo accusò di averlo ostacolato.
L’anno seguente i due si accordarono di non sorpassarsi almeno nel primo giro,
ma Senna non rispettò il patto e vinse, scatenando l’ira incontenibile di Prost ai box.

Gli scontri e i mondiali

Nonostante i problemi tecnici delle McLaren, nel Gran Premio del Giappone del 1989 Senna lottò ancora con Prost,
che lo fermò con un sorpasso azzardato toccandolo.
Prost abbandonò la gara, mentre Senna continuò tagliando la chicane, ma alla fine fu squalificato,
lasciando la vittoria a Nannini e il titolo mondiale a Prost.

L’episodio turbò molto Senna, che meditò di abbandonare la Formula 1.

Nel 1990, con Prost passato alla Ferrari, si scontrarono ancora a Suzuka: entrambi si ritirarono.
Senna vinse però il suo terzo mondiale nel 1991 in Brasile, concludendo una gara epica con una sola marcia funzionante (la sesta) e svenendo per la stanchezza.

Il lato umano

Nel 1992 si ricorda un grande gesto di Senna al Gran Premio del Belgio: fermò la monoposto e attraversò la pista per soccorrere il pilota Érik Comas dopo un incidente,
tornando in vettura solo dopo l’arrivo dei soccorsi.

L’ultima stagione e la tragedia di Imola

Nel 1993 passò alla Williams. Prost si ritirò e Senna vinse 2 Gran Premi.

Morì durante il Gran Premio di San Marino, il 1° maggio 1994, il giorno dopo la morte di Ratzenberger.
Uscì di pista alla curva del Tamburello a oltre 300 km/h per la rottura del piantone dello sterzo.

La sua morte provocò un’ondata di commozione planetaria.
In Brasile furono proclamati 3 giorni di lutto nazionale.
Al funerale parteciparono colleghi e più di un milione di persone, tra cui anche Prost.

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